Visitare il cenobio di San Vittore a Bologna

Il cenobio di san Vittore è uno splendido edificio di stile romanico, che sorge a Bologna sul Monte Giardino, fuori Porta Castiglione, salendo per via di Barbiano. Composto dalla chiesa, il chiostro e la foresteria, è uno dei luoghi più antichi della città.

Il cenobio merita certamente una visita per almeno 5 motivi:

  1. è uno dei luoghi più suggestivi della città
  2. è una meta irrinunciabile per gli appassionati di luoghi insoliti e poco noti
  3. è uno scrigno di opere d’arte e presenta l’unico tramezzo integro tra tutti gli edifici sacri di Bologna
  4. è un’oasi di pace e spiritualità immersa nel verde dei campi e dei boschi
  5. è gestito dall’associazione “Amici del Cenobio di San Vittore” che promuove molteplici iniziative culturali, quali convegni, mostre e concerti. Da giugno a settembre, è possibile partecipare all’iniziativa culinaria “Quel che passa il Convento” e degustare i piatti tipici della tradizione bolognese, semplici e genuini, nella magica atmosfera del chiostro, al lume della luna e delle candele.
La facciata del cenobio di San Vittore

San Vittore e il cenobio

Il cenobio è dedicato a San Vittore, martire del IV secolo. Ma cos’è un cenobio? E’ il luogo dove i monaci fanno vita comune, sottoposti alla medesima regola. In altre parole è un monastero. 

Il cenobitismo (dal latino coenobium, a sua volta dal greco κοινός, “comune”, e βίος, “vita”) è la vita comunitaria dei monaci sotto la guida di un’autorità spirituale e secondo una disciplina fissata da una regola.

I cenobiti si differenziano quindi dagli eremiti in quanto praticano una vita comunitaria anziché solitaria.

Le prime comunità cenobitiche cristiane risalgono al IV secolo. Fondatore del cenobitismo è considerato San Pacomio, monaco egiziano vissuto tra il III e il IV secolo. Dall’Egitto si propagò in Palestina, in Siria, in Asia Minore e a Costantinopoli. In Occidente si diffuse per opera di san Girolamo, Martino di Tours, Cesario d’Arles, Benedetto da Norcia e Colombano di Bobbio.

Il santo eponimo, San Vittore, identificato dalla scritta [SAN]CTUS VICTOR

La storia del cenobio di san Vittore

Giosuè Carducci, in una delle sue relazioni storiche, scrisse che “sorge la basilica di San Vittore sopra un colle detto Monte Giardino, al sud est di Bologna, fuori di Porta Castiglione … Il tempio ed il cenobio per riverenza di antichità e di monumento, per autorità di uomini ivi cresciuti, per privilegi di pontefici e imperatori, fu dé più insigni d’Italia, e il più insigne, come il più antico, della città nostra” e ricordò che “…del tempio si ha notizia fin dal 441. Le memorie diplomatiche risalgono al 1073 ed al 1178, anno in cui la chiesa venne solennemente consacrata al Vescovo Giacomo…”

Nonostante se ne abbia notizia dal 441, le prime tracce scritte dell’esistenza del cenobio risalgono al 1073. Nel 1117 vi si insedia una comunità monastica di Canonici Regolari Lateranensi affiliata alla comunità di San Giovanni in Monte. Nel 1178 è solennemente consacrato dal vescovo Giovanni e diventa un rinomato centro di cultura e spiritualità.

Nel 1797, con la nascita della repubblica Cispadana e a causa delle leggi di derivazione giacobina, il cenobio viene soppresso e la struttura espropriata.

Dopo il periodo napoleonico, il cenobio cade nelle mani di speculatori: Antonio Aldini lo vende per 980 lire a Pietro De Lucca, quindi passa a Giuseppe Civolani, che lo dona all’Ospedale di Cento. Nel 1833 è acquistato dai Padri di San Filippo Neri, che lo destinano a sede di esercizi spiritali.

Nel 1860 il complesso è confiscato dal Genio Militare e trasformato nel 1868 in caserma di artiglieria e annessi magazzini.

La Regia Deputazione di Storia patria per le province di Romagna, presieduta dal 1887 da Giosue Carducci, riconosce l’alto valore storico di San Vittore e lo affida al Ministero della Pubblica Istruzione, che nel 1892 lo concede alla Curia. Dopo il restauro, la chiesa viene riaperta al culto e il convento di nuovo affidato ai Filippini.

Nel 1914 il Comitato per la Bologna Storico Artistica promuove una nuova campagna di restauro.

L’ultimo restauro, che ha riportato il cenobio all’antico splendore bellezza, è avvenuto nel 1998 con i fondi del Giubileo del 2000, grazie alla tenacia ed al lavoro di Wojciech Przeklasa, attuale Presidente, e degli “Amici di San Vittore”.

Descrizione del cenobio di San Vittore

Il cenobio ha impianto romanico e, a differenza di ciò che successe alle chiese cittadine, ha mantenuto pressoché inalterata la struttura originaria, ad eccezione per alcuni lavori risalenti al Rinascimento.

L’ingresso avviene direttamente nel chiostro attiguo alla chiesa, costruito nel sec. XII e ristrutturato alla fine del ‘400.

Passeggiando nel chiostro vedrete molte iscrizioni latine su lapidi di scagliola che ricordano i nomi dei personaggi illustri passati di qui: i vescovi Vittore, Gerardo, Giovanni, Gerardo di Gisla, Altichino, il Cardinale Egidio Albornoz, il giureconsulto Bartolo, il cardinale Della Chiesa (divenuto papa col nome di Benedetto XV) e infine Don Angelo Roncalli, divenuto pontefice col nome di Giovanni XXIII.

Dal chiostro si accede alla chiesa, costruita su due livelli e dotata di un possente tramezzo in muratura (transetto, transectum), che durante le funzioni religiose divideva i consacrati dai laici. In questo modo il presbiterio, più in alto rispetto all’aula e separato da essa, risultava enfatizzato. L’aula riservata ai laici risultava, al contrario, più umile.

Transetto e gradini venivano spesso utilizzati per separare la parte sacra della chiesa da quella a cui potevano accedere i laici. Altra funzione era quella di evidenziare la maggiore importanza dei religiosi rispetto all’assemblea dei fedeli.

A causa del transetto i fedeli avevano modo di assistere alla liturgia, ma potevano ascoltarla.

Questa separazione fra area presbiteriale e aula cessò in epoca di Controriforma, quando la liturgia cambiò radicalmente e l’uso del transetto fu dismesso.

San Vittore

Sopra la porta di ingresso del transetto svetta la figura del santo eponimo, identificato dalla scritta [SAN]CTUS VICTOR. Sopra si vede quello che resta di un fregio continuo a giri di foglie. La decorazione del muro divisorio era completata da una specchiatura dipinta in finto marmo.

Sulla parete sinistra dell’aula si vedono alcune figure austere e ieratiche di Profeti che reggono lunghi filatteri contenenti brani biblici, che in molti casi ne consentono l’esatto riconoscimento. La raffigurazione di questi severi vegliardi aveva forse lo scopo di stimolare le meditazioni teologiche dei Canonici e di rafforzarli nella vita ascetica.

Sulla parete opposta destra restano dei frammenti di affreschi che raffigurano la Strage degli Innocenti. I particolari sono davvero cruenti: una spada enorme squarcia il corpo inerme di un bambino e a una madre guarda pietrificata viene consegnato il cadavere del suo bambino.

Non ci sono giunti i nomi delle maestranze che decorarono San Vittore, ma il prof. Giacomo A. Calogero, che mi ha fatto da guida, propone una datazione entro i primi decenni del Duecento

  • per lo stile bizantino “tardo-comnenico” delle figure
  • e per il fatto che il cenobio ospitò i capitoli dell’ordine nel 1218-1219 e di nuovo nel 1225-122629 ed è dunque probabile che a quelle date la chiesa fosse già stata decorata.

I lacerti non si trovano nella posizione originaria. Furono staccati dal presbiterio alla fine del XIX secolo, in seguito al restauro promosso da Giosuè Carducci.

Entriamo nella parte più sacra, dove il pezzo forte è il coro ligneo del 1424-26, costruito da Pellegrino degli Anselmi di Bologna e Piero d’Antonio di Firenze. In quegli anni il ciclo pittorico era già presente e certamente era parzialmente nascosto dal coro.

Come visitare il cenobio di San Vittore

Se vi ho incuriosito, potete prenotare una visita guidata (e magari una cena a lume di candela nel chiostro) contattando l’Associazione Culturale CENOBIO DI SAN VITTORE, via San Vittore 40 – 40136 Bologna BO ai recapiti:

Per arrivare al cenobio dovete:

  • raggiungere la Porta Castiglione dai viali di circonvallazione,
  • da qui proseguire su via Castiglione, in direzione dei colli,
  • procedere per via di Barbiano,
  • dopo circa 2 km si giunge ad un terrazzo con vista panoramica,
  • via San Vittore è a destra: svoltate e dopo 250 metri sarete giunti a destinazione.
Il chiostro quattrocentesco di sera

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